La scuola è da anni l’utente privilegiato dell’Archivio di Stato di Chieti. L’attività didattica avviata nel 1977 e continuata negli anni successivi, si era indirizzata all’origine verso la scuola media superiore individuando in questo corso di studi quello più indicato per l’approccio ad una fonte di ricerca e di studio indubbiamente più complessa di quella rappresentata da musei e biblioteche, istituzioni affini ma dotate di una ben più consolidata tradizione di diffusione della cultura e di apertura al pubblico. L’esperienza si era poi allargata alla scuola media inferiore. In una prima fase però l’esiguità del personale, affannosamente diviso fra gli istituzionali compiti di conservazione, tutela ed ordinamento del materiale, e nuove istanze rivolte alla sua valorizzazione da un lato, la ritrosia degli insegnanti incontrati a rendersi disponibili ad un coinvolgimento più attivo dall’altro, non avevano consentito di dare un’impronta di sistematicità e continuità al rapporto scuola- archivio, il più delle volte avviato e concluso definitivamente nello spazio di una mezza mattinata. Al momento iniziale della “didattica degli archivi” (visite guidate nel corso delle quali si cerca di fare comprendere cos’è un Archivio di Stato, quali documenti vi si conservano, con quali modi e con quali finalità) non era quasi mai seguita la fase successiva della metodologia della ricerca e l’utilizzazione diretta delle fonti. Negli ultimi tempi però nel mondo della scuola, con l’avvio di riforme da tempo sollecitate e ormai inderogabili si è tornato a parlare dell’insegnamento della storia, della inadeguatezza dei programmi tradizionali incapaci di suscitare interesse in alunni sempre più proiettati verso il futuro e dell’importanza della storia locale. Si sono così scoperti o riscoperti gli archivi che sono diventati laboratori della didattica della storia.
A Chieti la risposta più entusiasta a questo nuovo modo di fare storia è venuta dagli insegnanti e dagli alunni della scuola elementare suscitando negli archivisti piacevole sorpresa, curiosità ma anche perplessità nell’accingersi ad accompagnare bambini ancora sospesi fra mondo fantastico e realtà alla scoperta dell’archivio e dei suoi tesori. Il tentativo che si è fatto, con risultati più che incoraggianti ha mirato non a stravolgere ma a rendere più “lieve” un percorso elaborato attraverso una esperienza ormai ventennale e che, partendo dalla tradizionale visita guidata è poi proseguita con la ricerca e lo studio di documenti relativi a temi scelti di volta in volta, in collaborazione, da archivisti e insegnanti.
In questo ambito l’esperienza più significativa è stata quella della scuola elementare di Torrevecchia Teatina la cui ricerca “Storia della moneta dal baratto all’euro” realizzata nel corso del biennio 1997-1999 è stata pubblicata su una prestigiosa rivista di settore (I diritti della scuola, n.17, A III. 2000).
Ultima ad essere coinvolta l’Università degli Studi Gabriele d’Annunzio Chieti-Pescara. Anche in questo caso si è iniziato con le consuete visite guidate cui si è successivamente aggiunta l’assistenza e la docenza a gruppi di studenti dei corsi ordinari di Archivistica, Paleografia e Diplomatica, della Scuola di specializzazione in Scienze storiche e religiose e di master finalizzati alla formazione di archivisti e bibliotecari.