La biblioteca dell'Archivio di Stato di Chieti ha un patrimonio di oltre 20.000 unità divise tra volumi, opuscoli e periodici.
Il catalogo dei volumi posseduti dalla biblioteca è consultabile anche da remoto tramite il catalogo collettivo UdaLibrary in virtù della convenzione, attiva dal 2018, con il polo bibliotecario dell'Università di Chieti-Pescara (UDA).
È presente anche un fondo di oltre 200 tesi di laurea realizzate in varie università, soprattutto abruzzesi, a partire dalla metà degli anni '60 del Novecento.
ELENCO DELLE TESI PER AUTORE ELENCO DELLE TESI PER ARGOMENTO/COLLOCAZIONE
Patrimonio
Come per tutte le biblioteche esistenti negli Archivi di Stato, scopo principale della biblioteca è quello di affiancare ed integrare lo studio della documentazione conservata dall’Istituto e quindi il suo patrimonio è costituito particolarmente da volumi di storia locale e regionale, di storia dell'amministrazione e delle istituzioni, oltre che da numerose pubblicazioni concernenti l'archivistica e la paleografia, comprese le collane dedicate allo studio di particolari archivi di magistrature centrali e periferiche che, curate dal Servizio V della Direzione Generale per gli Archivi, costituiscono un patrimonio bibliografico comune a tutti gli Archivi statali.
Tra le opere più pregevoli conservate si segnalano soprattutto alcune cinquecentine ed edizioni sei-settecentesche di carattere giuridico, tra cui un'edizione del Digestum Vetus giustinianeo ed una del Codex, pubblicate entrambe a Lione rispettivamente nel 1557 e 1558; il Tractatus consilia, decisiones repetitiones & commentaria in materia feudorum et successiones filiorum comitum, et baronum Regni Neapolitani di Giovanni Tommaso Minadoi nell'edizione stampata a Venezia nel 1591, e le Auree decisiones Sacri regi consilii neapolitani di Nicola Antonio Gizzarelli, pubblicate a Napoli nel 1629.
Di particolare pregio è poi anche un’edizione dell’Enciclopédie di Diderot e d’Alembert, realizzata dallo stampatore Giuntini di Lucca nel 1758 e pervenuta forse dalla biblioteca dell’Intendenza borbonica. Notevole importanza per la storia della città di Chieti riveste inoltre la dissertazione giuridica De auctoritate Camerarii Regiae Civitatis Theatinae, opera dello storico chietino Geronimo Nicolino pubblicata ad Ascoli nel 1639.
Da segnalare, per la loro importanza nella ricostruzione delle antiche normative e della giurisprudenza, sono poi il Codice delle leggi del Regno di Napoli curato dal giurista Alessio de Sariis e pubblicato a Napoli tra il 1792 ed il 1797, la raccolta legislativa del Regno di Napoli in cui sono raccolte Costituzioni, Capitoli e Prammatiche emanate nel corso dei secoli, dai Normanni fino ai Borboni; la collezione dei reali dispacci emanati da magistrature ed autorità centrali del regno borbonico, raccolti dal giurista Diego Gatta con il titolo di Regali Dispacci nelli quali si contengono le Sovrane determinazioni de’ Punti Generali o che servono di norma ad altri simili casi nel Regno di Napoli, stampato a Napoli nel 1776, nonché il Codice per lo Regno delle due Sicilie, pubblicato a Napoli, a partire dal 1819, e la collezione del Bullettino delle Sentenze della Commissione Feudale che raccoglie le decisioni delle commissioni istituite nel Regno meridionale per dirimere le vertenze sorte all’indomani dell’emanazione della legge eversiva della feudalità (2 agosto 1806). Utilissima è anche la Raccolta di leggi e decreti del Regno delle due Sicilie che dal 1806 giunge al 1860 a cui si unisce in continuità, per il periodo postunitario e poi repubblicano, se pur con alcune lacune soprattutto relative al ventennio fascista, la raccolta delle Gazzette Ufficiali prima del Regno poi della Repubblica, che giunge fino ai giorni nostri.
Sono degne di essere ricordate ancora le opere di alcuni giuristi locali quali Nicola Armellini, del quale la biblioteca possiede i quattro volumi del Dizionario di giurisprudenza per uso del Regno delle due Sicilie, pubblicato a Napoli tra il 1822 al 1825, e la raccolta di testi giuridici, comprendente cinquecentine ed edizioni sei-settecentesche, che costituisce ciò che resta della biblioteca professionale di Giustino Caporni, attivissimo e longevo avvocato locale, vissuto a Chieti tra la fine del Seicento e la fine del secolo successivo, il cui nome si rinviene nei numerosi ex libris che si leggono sui frontespizi dei singoli volumi, corredati, a volte di sonetti dedicati alla donna amata o, più seriosamente, alla memoria di un amico, sacerdote nel collegio degli Scolopi.
Regolamento della biblioteca
1. La biblioteca è interna all'Archivio di Stato di Chieti ed è accessibile a tutti gli utenti della sala studio.
2. La consultazione del materiale bibliografico avviene in sala di studio, dove è disponibile il catalogo per autore.
3. In nessun caso è ammesso il prestito esterno.
4. Nel rispetto della normativa vigente (art. 108 del D. Lgs. 42/2004 così come modificato dall'art. 1 comma 171 della L. 124/2017) la riproduzione per uso personale di studio, ricerca e attività svolte senza fini di lucro delle opere possedute dalla biblioteca è libera.
5. La libera riproduzione si attua come indicato dalla legge sul diritto d'autore nei limiti del 15% di volumi o fascicoli di periodici in commercio.
6. Presso l'Archivio di Stato di Chieti è disponibile il servizio di riproduzione a pagamento in base al tariffario dell'Istituto.